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Antibiotici, l'altra scelta
Gli antibiotici sono sostanze prodotte da microrganismi, capaci di inibire la crescita di batteri, (azione batteriostatica), o di distruggerli, (azione battericida). Gli antibiotici agiscono sui batteri sia a livello della parete cellulare, sia del nucleo e del suo DNA.
Il primo antibiotico conosciuto e impiegato per usi terapeutici fu la penicillina, scoperta da Alexander Fleming, nel 1928. Era un batteriologo britannico, che scoprì le proprietà, che avevano alcune muffe di pennicillum notatum, di bloccare la moltiplicazione dei batteri.
Per questo nel 1945 ricevette il premio Nobel per la medicina.
Fu una scoperta di notevole importanza, perché riusciva a guarire parecchie malattie infettive.
All’inizio bastavano qualche migliaia d’unità giornaliere di penicillina naturale per l’azione terapeutica. Oggi servono alcuni milioni di antibiotici di sintesi.
Questo perché l’industria farmaceutica, trasformò gli antibiotici da naturali in sintetici. Più potenti, ma anche con sempre maggiore resistenza batterica. Oggi usiamo in modo spropositato, e a volte inutilmente, sempre più antibiotici a largo spettro, che uccidono più tipi di forme batteriche, anche quelle saprofite, che ci difendono dalle malattie. Dopo alcuni giorni la malattia che sembrava guarita si ripresenta, perché non ci sono più batteri saprofiti efficaci per contrapporsi a quelli patogeni.
Gunther Enderlein, nato a Lipsia nel 1872, conseguì la laurea in scienze naturali ad indirizzo zoologico. Trascorse gran parte della vita a Berlino dove divenne Direttore del Museo zoologico.
Scrisse e pubblicò tra articoli, testi e pubblicazioni, più di 500 opere imperniate sulla simbiosi e sul pleomorfismo. La simbiosi è la convivenza tra due organismi appartenenti a specie, generi e regni differenti. Il pleomorfismo o polimorfismo è la presenza d’individui di forma o di aspetto diverso in seno ad una stessa specie. Nel 1916, analizzando sieri di malati di tifo con microscopio in campo oscuro, si accorse che nel sangue c’era un microrganismo vegetale l’Endobionte, che nella serie evolutiva poteva diventare apatogeno con forme che chiamò Protidi e Condriti. Questi, a contatto con inquinamenti dell’aria, conservanti e coloranti, concimi artificiali, eccesso di farmaci, alimentazione ricca di zuccheri e proteine, possono evolversi in forme patogene quale virus, batteri e funghi. La chiamò Ciclogenia ed è la sua grande scoperta.
Se batteri saprofiti, batteri patogeni, virus e funghi fanno parte della stessa famiglia che si è evoluta nel nostro corpo, perché ucciderli con l’antibiotico? Enderlein pensava di poter fare regredire la forme patogene in forme apatogene con l’ausilio di microrganismi omeopatizzati.
La terapia non mira alla soppressione dei microrganismi nocivi per l’organismo malato come fanno gli antibiotici. Tramite un processo di coniugazione con i rimedi derivati da microrganismi simbionti omeopatizzati, degrada virus, batteri e funghi, riconducendoli alle loro forme originarie innocue, che possono essere escrete dall’organismo.
I vantaggi di questa terapia sono innegabili.
Primo non si uccidono i batteri saprofiti e l’intestino funziona meglio, facendoci mantenere il nostro naturale equilibrio.
Secondo possiamo guarire anche malattie virali e fungine che in ogni caso con gli antibiotici di sintesi non riusciremmo a debellare.
Questa scoperta non ha avuto il successo degli antibiotici, per le invidie che ci sono sempre state in campo medico scientifico, ma, ragionandoci un attimo, si capisce la sua importanza.
Una frase, che ho trovato in un piccolo libretto che parla d’erboristeria, vale più di tutte le teorie mediche, e fa capire quanto sono dannosi gli antibiotici di sintesi:
”Curare una tonsillite con l’antibiotico è come voler uccidere cento uomini con la bomba atomica”.
A buon intenditor, poche parole.
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