Contro l'Omeopatia, perchè?

Gli appellativi riferiti all'Omeopatia sono sempre i soliti : stregoneria, praticoni, placebo, autosuggestione, finta malattia, rubare soldi al paziente dando solo acqua fresca. Cerchiamo di esaminarli.
Stregoneria, praticoni.
In questi ultimi anni siamo finalmente giunti ad una regolamentazione dell' Agopuntura e dell'Omeopatia sia in Europa che in Italia dove diventeranno specialità universitarie a pieno titolo. Questi tipi di medicine, proprio perché presuppongono una diagnosi ed una terapia, devono essere professate solo da medici e veterinari. In Italia esistono purtroppo molti che curano con l'Omeopatia senza averne titolo abbassandone così il livello e offrendo una giustificazione a chi vuole denigrarla.
Nessuno pensa di denigrare la Medicina tradizionale anche se ogni tanto si trova qualche abusivo che si è spacciato per medico e magari ha anche rivestito incarichi particolarmente importanti.
Placebo
Il placebo è un preparato non medicamentoso che ha effetto terapeutico basato sull'autosuggestione. L'Omeopatia è un metodo curativo di provata efficacia che esiste da circa duecento anni e si è diffuso in tutto il mondo. In alcuni stati come Francia ed Inghilterra è materia universitaria e viene utilizzata anche negli ospedali. Ogni singolo preparato omeopatico è stato sperimentato sull'uomo sano, e cura gli stessi sintomi che produce a dosi tossiche, secondo la legge “Similia similibus curentur “ (i simili si curino con i simili).
Autosuggestione
Qualsiasi rapporto paziente – medico implica autosuggestione. Questo può essere vero per gli adulti, non certo per i bambini e gli animali (omeopatia veterinaria). Non si riesce a capire come mai il paziente sia ancora malato dopo aver interpellato, per la sua malattia, eminenti specialisti, professori, e dopo essere stato ricoverato in reparti ospedalieri. È stato da tutti curato con medicine tradizionali ed ha sicuramente ricevuto nei suoi pellegrinaggi più autosuggestione di quella che può dare un medico omeopata considerato dai colleghi una “sottospecie” di medico.
Finta malattia
Una patologia che la medicina tradizionale non è riuscita a curare, quando il paziente è arrivato dall'Omeopata che lo ha guarito, magari dopo dieci, venti o trenta anni di calvario, diventa una “finta malattia”. Significa forse che la medicina tradizionale non sa guarire, essere di placebo o autosuggestione nemmeno per le finte malattie?
Rubare soldi al paziente dando solo acqua fresca.
Questa è la classica frase di un medico che dissuade il proprio paziente dall'effettuare una visita presso un collega omeopata, probabilmente perché ha paura che la sua immagine sia rovinata da una guarigione miracolosa di una malattia di cui lui, per lungo tempo, non ha capito nulla. Per un medico tradizionale è importante la diagnosi della malattia e la sparizione dei sintomi che affliggono il paziente. Purtroppo inizialmente anche al paziente basta questo. Si accorge troppo tardi che, per esempio, la sua cefalea, nonostante si attenui con un analgesico che magari gli ha procurato un'ulcera, negli ultimi tempi è sempre più frequente e dolorosa. Inizia a consultare specialisti, a ricoverarsi in centri anti cefalee che, se non trovano alcuna causa, passano la palla ad un neurologo o ad uno psichiatra, sospettando una nevrosi ansiosa.
Il paziente, a questo punto ha quattro possibilità:
1. tenersi la cefalea sempre più frequente e dolorosa.
2. imbottirsi di ansiolitici che, forse, intontendolo ne attenuano la frequenza e l'acuzie
3. andare da un guaritore, mago o pranoterapista
4. rivolgersi ad un omeopata o agopuntore, sperando che sia medico, o forse no, perché ormai non ha più fiducia dei medici.
Varrebbe la pena che i medici non disprezzassero questo tipo di medicina, ma la studiassero. I loro pazienti trarrebbero giovamento dalle loro conoscenze .
Hahnemann ha scritto: “Scopo unico del medico è di rendere sani i malati, ossia, come si dice, di guarirli”.
I sintomi non devono essere soppressi, creandone degli altri conosciuti, come gli effetti collaterali dei farmaci, od altri ancora sconosciuti.
Hahnemann in effetti ha sperimentato su sé stesso i rimedi da lui studiati e solo in seguito li ha somministrati ai pazienti.
Quanti medici sono oggi disposti a comportarsi allo stesso modo prima di prescrivere un farmaco?


 
 
                           
 




 
 
Dott. Giovanni Angilè - Medico Chirurgo - Per informazioni telefonare al: 349 2344166 - Studio: Via Nino Bixio, 9 - 35030 Caselle di Selvazzano (PD)
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