La Ricerca dei Campi di Disturbo
I campi di disturbo quali cicatrici, linee di frattura, denti, tonsille, seni mascellari e frontali, organi genitali, tiroide, corpi estranei, possono essere causa di svariate malattie. Il medico che si dedica alla Neuralterapia deve avere un approccio completo nei confronti del paziente, per capire quale o quali sono questi campi di disturbo. Iniziamo con l’
ANAMNESI. È il dialogo tra medico e paziente, in cui si ricerca il momento di partenza di una patologia, per capire quale ne sia stata la causa. È la parte più importante dell’esame clinico, perché i pazienti che giungono al neuralterapeuta hanno una patologia ormai cronicizzata e di solito non ne ricordano l’inizio. Bisogna avere pazienza ed aiutarli a memorizzare gli eventi precedenti la malattia. Per esempio ci informiamo se sono insorte tonsilliti, otiti, se ha subito interventi chirurgici, traumi, cure dentarie, se ha avuto complicazioni a livello degli organi genitali. Solo così possiamo inquadrare nel modo giusto la situazione. Quando il paziente risponde in modo negativo dovremo passare alla
RICERCA SISTEMICA. Dobbiamo chiedere a tappeto notizie ed effettuare un’osservazione e palpazione completa d’ogni organo ed apparato, fino a che non ci sia una risposta soddisfacente che ci permetta di poter effettuare la nostra terapia. Per questo potremo essere aiutati dalla
RELAZIONE DERMATOMERICA OD ENERGETICA. Una patologia di solito interessa una parte del corpo dove passa un dermatomero, (segmento allargato che parte dai nervi del midollo spinale, arriva fino alla cute e circonda il corpo dalla schiena all’addome), o un meridiano d’agopuntura. Potremo cercare se nella zona ci sono delle cause che alimentano la malattia. Potremo anche indagare sulla
RELAZIONE ANATOMICA DI CONTIGUITÀ. Organi vicini tra loro possono perturbarsi a vicenda. Lo stomaco può funzionare male perché il pancreas o la vescica biliare rendono la digestione difficoltosa. Una cicatrice dell’intervento ad un’ernia discale può provocare dolori come quelli sofferti dal paziente prima dell'operazione. Un cesareo, un’isterectomia o un’episiotomia possono determinare problemi a livello dell’apparato genitale, con vaginiti o dolori durante il rapporto sessuale, ma anche urinario, con cistiti, cistopieliti, uretriti. Assistenza può venire dalla
KINESIOLOGIA APPLICATA. È una tecnica in cui si effettuano delle prove di forza tra medico e paziente ad alcuni muscoli che corrispondono ad organi, visceri od apparati. Se il muscolo cede, l’organo abbinato funziona male, così può indirizzare ad una terapia mirata. Altra possibilità è
IL FENOMENO DI HUNEKE. Consiste nella sparizione immediata del dolore in seguito all’infiltrazione del giusto campo perturbante. Per esempio se la causa di una lombalgia è data dalle tonsille o dalla loro cicatrice post – intervento, il medico inietta procaina sulla mucosa davanti alle tonsille, (iniezione indolore). Avremo così l’immediata sparizione del dolore lombare. Questo viene anche detto “Fenomeno del secondo”, perché dopo qualche attimo il paziente sta bene. Abbiamo anche lo
SCARICO EMOZIONALE. Una volta trattato il campo perturbante, può scatenarsi nel paziente una crisi di pianto o riso immotivato, questo perché era presente un blocco emozionale nascosto che perturbava una o più parti del corpo. Poi può esserci
UNA CRISI D’AGGRAVAMENTO. Dopo la sparizione della patologia, questa può riapparire in modo più grave. Non dobbiamo spaventarci perché è la risposta del corpo contro la malattia. Quest’aggravamento può durare da qualche ora a due o tre giorni. Dopo il paziente si sentirà bene e inizierà la guarigione da una patologia che magari lo affliggeva da parecchi anni. Potremo avere anche
UN RITORNO DI VECCHI SINTOMI. Questa è detta legge di Hering, l’Omeopata che l’ha codificata: “ la prognosi è favorevole se la terapia provoca vecchi sintomi, dall’alto verso il basso, e nell’ordine inverso in cui si sono presentati”. Per esempio un’asma guarisce, ma compare l’eczema che l’aveva preceduta, e poi la tonsillite che aveva preceduto l’eczema.
La strada per la guarigione è difficile. L’importante è avere più possibilità per percorrerla nell’interesse del paziente che rivolge le sue speranze nella nostra professionalità.
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